Virtus Verona-Pescara non è stata solo l’andata del primo turno della fase nazionale dei playoff. È stato anche il primo round della sfida tra i due allenatori: Fresco e Zeman. Non poteva non finire sotto i riflettori, in quanto sfida tra due vere e proprie leggende. Il primo è un’icona assoluta della Virtus Verona, di cui è presidente e allenatore dal 1982, mentre il secondo, con il suo calcio geniale, è riuscito a far divertire anche in Serie A piazze di massimo livello. Al termine della partita, Fresco ha voluto spendere belle parole per il collega, con cui ha un ottimo rapporto.
Il risultato è stato un pareggio per 2-2, che rimanda tutto al ritorno, quando si giocherà in casa degli abruzzesi allo stadio “Adriatico“. Dopo questa prima partita i due allenatori hanno già avuto modo di scambiare qualche parola e di scattare una foto ricordo che è destinata a diventare un pezzo di storia della Serie C. Di questa conversazione, Fresco ha poi parlato in conferenza stampa, raccontando di quanto il boemo sia stato un modello per lui. Non solo come allenatore da cui cercava di apprendere il più possibile, ma anche come persona.
“Abbiamo rievocato quando andavo a Campo Tures a vederlo e lui mi ospitava in panchina. Abbiamo ricordato la nostra comune amicizia con Damiano Tommasi, che mi passava tutti gli appunti dei suoi allenamenti che io custodisco ancora. Si è sempre detto che è un genio del calcio, un inventore, un sognatore e un bravissimo allenatore, ma si trascura che è una persona estremamente intelligente e anche molto ironica e simpatica. Prima gli ho chiesto se facesse le ultime foto con me. Lui ridendo ha accettato e mi ha detto che non saranno le ultime.”
No, non saranno di certo le ultime foto sui campi da calcio, che nessuno dei due ha voglia di lasciare. E non importa se l’allenatore dei veneti già da 41 anni sia alla guida della sua Virtus Verona, o se per Zeman la carta d’identità reciti 76 anni compiuti il 12 maggio. Anche a questo inesauribile stimolo a continuare con passione si deve il sogno Virtus Verona, che sta vivendo una delle stagioni migliori della sua storia. Nonostante l’annata sia iniziata con appena 7 punti nelle prime 13 partite, Fresco è riuscito a riportarla fino al sesto posto, traguardo mai raggiunto nei primi 5 anni di professionismo. E dopo aver scalato tutti i livelli dalla Terza Categoria alla Lega Pro, quest’anno la sua Virtus non si pone più limiti.
Dall’altra parte c’è un allenatore che la sua fama se l’è costruita molto più in alto, non legandosi a una squadra, ma a una filosofia. Questo modo di pensar il calcio ha portato Zeman ad allenare in tutte le categorie. Fino alla Serie A tra anni ’80 e 2000. Il Foggia, la Lazio, la Roma per due volte, il Pescara della storica vittoria della Serie B sono solo i migliori esempi della “Zemanlandia” al massimo del suo potenziale. Tornato in Abruzzo a marzo, ha portato la squadra al terzo posto nel girone C e ora punta alla promozione in Serie B. Adesso ne potrà passare solo uno di questi due, ma di certo, per la loro caratura, questa è una finale anticipata tra due grandi della panchina, che vanno oltre le categorie, i risultati, i trofei e anche l’età.
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