Carpe diem, cantava Quinto Orazio Flacco. L’aforisma del poeta lucano è sempre così attuale che quasi sorprende la storia che segue. Un romano – che gioca in una squadra lucana – ha colto l’attimo, appunto, proprio contro una squadra laziale. Ma di chi stiamo parlando? Pablo Vitali, la stellina del Picerno che vola nel girone C. Ventuno anni compiuti da pochi mesi, ma ha già siglato la prima tripletta tra i professionisti contro il Latina: “È stata un’emozione bellissima. Già lo è stato il primo gol (con la maglia rossoblù, ndr), il secondo ha dato sicurezza alla squadra. Il terzo è stato una completa esplosione di emozioni. Non ero più in me. Non ho ricordi nitidi, solo quelli delle riprese”.
Intervenuto ai microfoni de LaCasaDiC.com, Pablo Vitali si è raccontato tra campo e vita privata. Ma riavvolgiamo il nastro. Nell’ultima giornata dei girone C, il Picerno ha fatto visita al Latina. Il classe 2002 non doveva partire titolare, ma l’infortunio di Pagliai ha cambiato le carte in tavola: “Pensavo di partire dalla panchina, l’allenatore aveva già dato la formazione. Da un momento all’altro mi ha detto che avrei dovuto giocare. Giustamente ho sentito un po’ di pressione, poi ho cercato di tranquillizzarmi. Diciamo che è andata bene. Stare vicino casa ha portato i suoi frutti“. Pablo Vitali non si è lasciato sfuggire l’occasione. E poi è andato di corsa a festeggiare, ma in maniera semplice e riservata: “C’erano tanti miei amici. Già un’altra volta erano venuti a Latina e stavo per entrare. A causa di un’espulsione non l’ho più fatto. Sono venuti a vuoto. Ora sono riuscito a ripagarli. Gli ho offerto la cena la sera stessa”.
Timido e riservato nella vita privata, Pablo. Il calcio è sempre presente, ma non si ferma qui. “Studio Diritto e Management dello Sport. Noi calciatori abbiamo tanto tempo libero, a volta manca la voglia… In settimana sono più tipo da casa, mentre dopo la partita magari mi concedo una cena fuori con gli amici”. Più spensierato e intraprendente in campo. Vitali ha trovato il suo locus amœnus proprio nella piccola realtà lucana. “Picerno già aveva fatto parlare di sé, sapevo fosse una squadra ben allenata e con giocatori validi – ha continuato – Non ho avuto dubbi. In piazze come questa dobbiamo essere bravi a crearci la giusta pressione. Come gruppo siamo bravi in questo“.
Proprio la squadra ed Emilio Longo (Qui le sue parole) lo coccolano e lo aiutano nel suo percorso di crescita: “Non potevo trovarmi in un contesto migliore. Ho ricevuto sia complimenti che “pacche”. I più grandi mi hanno fatto sentire benissimo e mi hanno spinto a dare il meglio sin dal mio arrivo. E non posso esimermi dal ringraziare mister Longo. Mi ha dato fiducia appena sono arrivato e mi ha fatto sentire subito parte della squadra. Voglio ringraziare anche il direttore Greco perché mi ha dato fiducia in un momento in cui non ero al centro dell’attenzione. Mi hanno voluto fortemente“.
Romano e romanista. “Nella mia camera Totti è ovunque. Giustamente, per crearsi un modello, devi cercarti un calciatore più simile alle tue caratteristiche. Sarebbe bello, ma purtroppo io non ho le sue… Rimane comunque il mio idolo da tifoso“, ha ammesso sorridendo. Giovane, talentuoso e realista. “Sono cresciuto guardando i video di Thierry Henry. Mi faceva impazzire come fosse devastante all’interno di una partita. Dava l’impressione di essere un alieno ed essere di un altro pianeta rispetto agli avversari. Tra i calciatori più moderni c’è Douglas Costa: penso sia uno dei più forti nel mio ruolo. Passo molti pomeriggi a guardare i suoi video”.
Umile ma ambizioso, Pablo. Come il Picerno del resto: “Dobbiamo continuare come fatto fino ad adesso, mettere in campo cattiveria, impegno e passione. Se ci troviamo in un’ottima posizione è grazie al nostro atteggiamento. Adesso è fondamentale non cercare qualcosa di stravagante, ma semplicemente continuare il nostro percorso con serenità e consapevolezza. Il nostro primo obiettivo è la salvezza, ma con l’entusiasmo di continuare a fare bene”. Ma inutile nascondersi, il pensiero è già ai playoff: “Ti direi una bugia se non ci pensassimo. Il segreto è continuare ad avere questa umiltà che sta portando frutti. Continuiamo così”. Ma poi ammette: “Guardando la classifica viene da sorridere“. E sul futuro personale: “La mia concentrazione è sulla prossima partita. È normale che per un calciatore giovane l’obiettivo sia fare un salto. Tra un anno? Spererei di stare uno step sopra…”.
La tripletta contro il Latina, però, è soltanto un punto di partenza. “Non mi sono mai prefissato un numero di gol, penso possa essere un limite. Gli obiettivi possono sempre cambiare. Cerco di far bene partita dopo partita e di aiutare la squadra il più possibile“. Da buon romanista, però, non riesce a star lontano dall’Olimpico: “Ero abbonato in curva sud. Mi piace tanto andare allo stadio. Quest’anno sono andato due volte. Ero presente a Roma-Lecce perché avevamo il giorno libero. Pensa un po’ chi ho incontrato? Ceccarelli. Abbiamo mandato la foto sul gruppo della squadra”. Nonostante la fede giallorossa, però, una tripletta è pur sempre una tripletta: “Non me ne voglia Lukaku, ma la tripletta tra i professionisti è un’altra cosa. E tra i playoff del Picerno e il quarto posto della Roma: senza dubbio i playoff…“, ha concluso.
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