Atipicità offensiva e un 7 sulle spalle: Volpicelli guida la Viterbese
Il numero 7 sulla schiena. Volpicelli il nome scritto sulla maglia. Un’esultanza per ricordarlo. Ieri l’undicesimo gol in stagione. Un gol decisivo nella vittoria contro il Grosseto. Una sfida salvezza. Un rigore che pesava tanto. Ma Emilio Volpicelli con le pressioni è abituato a conviverci. Il suo percorso se l’è costruito. Passo dopo passo. Dall’Eccellenza al professionismo. Ora l’obiettivo è la salvezza con la sua Viterbese.
La forza dell’essere atipico
Un mancino delicato. Senso del gol. Una mentalità forgiata dall’esperienza. Emilio Volpicelli interpreta l’essere attaccante in una versione quasi atipica. Capacità realizzativa, tecnica, fisico. Un giocatore in grado di abbinare qualità tra loro lontane. A tratti incompatibili. Un quadro a cui si aggiunge un’altra importante caratteristica: la capacità di incidere nei calci da fermo. Uno specialista nei rigori e nelle punizioni. E i numeri parlano chiaro. 11 le reti fin qui realizzate. Prestazioni e gol fondamentali nella corsa salvezza della sua Viterbese. Una salvezza che sembrava lontana. Con il nuovo anno, il cambio di rotta. Trascinatore, sempre lui, Emilio Volpicelli.
Il viaggio di Volpicelli
Un percorso che parte da lontano. Un cammino che sa di gavetta. Profuma di sacrificio e lavoro. L’Eccellenza a Ostuni il primo palcoscenico. “Anno dopo anno si è guadagnato le chiamate dalle categorie successive, fino ad arrivare in Serie B”, ci raccontò l’agente Valeriano Narcisi. Le difficoltà nel primo anno tra i professionisti ad Andria. Il ritorno in D, a Francavilla. Un passo indietro per ripartire. 29 gol. Ranko Lazic in panchina. “Come corsa, altezza, tecnica e tiro, con le dovute proporzioni, ricorda Josip Ilicic dell’Atalanta, ha i suoi stessi colpi anche nei dribbling e nei gol che fa”, la descrizione del suo ex allenatore. Da tre stagioni si conferma una certezza della Serie C. 11 i gol segnati finora. Una salvezza da conquistare. In attesa del prossimo traguardo da raggiungere.
A cura di Nicolò Franceschin