Adesso è veramente tornato Dardan Vuthaj. Dopo quello segnato nella gara esterna contro la Pro Patria, il primo gol dal suo ritorno in azzurro, l’attaccante si è ripetuto contro il Pordenone e il Piacenza. Gol tanto importanti quanto attesi dato che, dal suo ultimo centro con la maglia del Novara, erano passati circa dieci mesi; nel mezzo una breve esperienza al Foggia. Una lunga carriera fatta di cadute e ripartenze. Dal cantiere ai campi della Lega Pro, sempre con l’Albania nel cuore. Adesso vuole continuare a segnare e trovare continuità con la maglia della squadra che lo ha definitivamente consacrato per poter sognare, finalmente, di debuttare anche con la sua nazionale.
Nato in Albania, ma arrivato in Italia da piccolissimo per sfuggire alla guerra. “Ti assicuro che in pochi hanno vissuto quello che ho passato io. Siamo andati prima in Grecia e poi ci siamo spostati in Italia. A Garessio, in provincia di Cuneo”. Difficoltà e fatica: Ci sono stati momenti in cui non avevamo niente da mangiare. Non è stato semplice, anzi. Mio padre fa il muratore, da lui ho imparato cosa vuol dire sudare e lavorare sodo. Molte volte l’ho anche aiutato. Senza chiedere un euro, ovviamente. Oggi gioco per dare da mangiare a loro”. Il calcio come motivo di speranza. Vuthaj arriva fino ad alle giovanili del Genoa, sotto la guida di Ivan Juric. Ma genio e sregolatezza lo caratterizzano da sempre. Una dimostrazione? L’amichevole estiva in cui segnò una tripletta a Bizzarri. Tuttavia, il rapporto con l’attuale allenatore del Torino non è mai sbocciato. “Ho avuto una discussione con Juric, che è stata molto ingigantita. Mi ha tagliato un po’ le gambe per gli anni successivi. Sono stato descritto come quello che non sono e credo sia la cosa che più di tutte vorrei dimostrare in carriera. Farmi conoscere quindi per il ragazzo che sono, non per sentito dire”, raccontò l’attaccante. Dopo il Genoa la Serie D. “Sai quando spegni completamente il cervello e hai la testa da un’altra parte? Questo sono stato io nei primi anni di Serie D tra Chiavari e San Donato”.
Un contraccolpo psicologico molto forte e che avrebbe potuto compromettere la sua carriera. Ma le qualità che lo avevano portato fino a lì erano ancora dalla sua parte. Ecco allora la ripartenza, questa volta con umiltà e testa sulle spalle. Diciassette gol al Campodarsego, ventuno con la maglia del Rimini e la stagione da record con la maglia del Novara. Si, perché lo scorso anno Dardan Vuthaj è stato, grazie alle sue 37 reti segnate, il miglior marcatore dalla Serie A alla Serie D. Numeri incredibili, soprattutto per un ragazzo che, solo pochi anni prima, aiutava il padre a fare il muratore. Dalla calce al calcio, Dardan ce l’ha fatta e adesso non ha nessuna voglia di fermarsi.
A cura di Alessandro Gonnelli
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