Se è vero che l’espressione “la speranza è l’ultima a morire” si addice bene a qualcuno, a Yayah Kallon invece calza a pennello. Perché questo ragazzo della Sierra Leone, paese dal quale è dovuto scappare, è riuscito a scalare, con fatica e quella determinazione che solo chi ha sofferto possiede, le gerarchie del calcio italiano. La Liguria come trampolino di lancio. Kallon passa dal provino con la Virtus Entella, al Savona, fino al tesseramento con il Genoa. E ieri, la consacrazione. Primo gol in Serie A con la maglia del Verona. Le barbarie della guerra alle spalle. Ma c’è molto di più dietro la storia di questo ragazzo.
La storia di Yayah inizia il 30 giugno 2001 a Kono, distretto orientale della Sierra Leone. In questa parte del mondo si cresce rapidamente, l’infanzia è troppo spesso qualcosa di sconosciuto. Anche se Yayah comunque, dopo la scuola, è sempre con il suo fedele pallone, che fa rotolare per le assolate strade africane. Una palla che è un simbolo di gioia, di speranza. All’improvviso, il quattordicenne Yayah Kallon deve abbandonare il suo paese di origine. Sono i suoi stessi genitori a chiederglielo. La fuga è l’unica alternativa a diventare uno di quei tanti, troppi, bambini soldato strappati alle famiglie ed impiegati da organizzazioni locali in azioni armate. Inizia per Yayah un viaggio lungo e pericoloso.
La sua fuga dura otto mesi. Tra Costa d’Avorio, Senegal, Mali e Libia. Quando riesce a spostarsi da Bengasi a Tripoli passa quattro ore rinchiuso nel bagagliaio di una macchina insieme ad altri quattro ragazzini, solo pochi fori consentivano ad un po’ di aria di far respirare quei cinque, accomunati dalla ricerca di una vita migliore. In Libia lavora per pagarsi il viaggio verso l’Italia. Pulisce i pavimenti, lavora come muratore, tutto il possibile per fuggire dall’orrore. Una volta ottenuta la somma richiesta, un nuovo dramma. Gli rubano tutto, non riesce più a mettersi in contatto con casa. Deve iniziare nuovamente da zero. Riesce infine ad approdare in Italia, a Lampedusa, nel 2016. Poi Scicli, l’arrivo a Genova e il trasferimento a Cassine, in Piemonte.
Qua studia e gioca. Viene notato. Si rifugia sotto l’ala protettrice dell’avvocato Paolo Bordonaro. Più che un semplice procuratore per questo ragazzo messo eccessivamente alla prova dalla vita. Prova anche ad entrare nelle giovanili della Virtus Entella, squadra che di giovani talenti se ne intende, avendo lanciato un certo Nicolò Zaniolo. Ma il provino con la squadra di Chiavari non va come desiderato. Si fa allora avanti il Genoa, nella persona di Michele Sbravati, che vuole faccia parte delle giovanili genoane. Tuttavia il giovane Kallon non può essere tesserato con il Grifone perché non possiede il permesso di soggiorno.
Inizia allora a giocare con il Savona, in Serie D. Gioca talmente bene che partecipa al Torneo di Viareggio con la rappresentativa di categoria. Finalmente, nel 2019, può entrare a far parte delle giovanili del Genoa. Si fa notare anche qua. Dalla Primavera Ballardini lo convoca e lo fa esordire in prima squadra il 22 maggio 2021 nella vittoria contro il Cagliari, in Serie A. La stagione successiva gioca nel Genoa ben 15 partite condite da 2 assist.
Il 13 agosto 2021 segna in Coppa Italia nella vittoria per 3-2 contro il Perugia e dedica il gol decisivo a Gino Strada, fondatore di Emergency, scomparso lo stesso giorno. Queste le sue dichiarazioni rilasciate per l’occasione alla Gazzetta:
«Venerdì è stato purtroppo anche il giorno in cui se n’è andato Gino Strada. Un grande uomo, il mondo intero deve dirgli grazie. Dedico a lui la mia rete decisiva contro il Perugia, anche se sono consapevole che non potrà essere certo abbastanza per ringraziare un medico che ha fatto moltissimo per il mio Paese, dove ha costruito ospedali importanti, curando centinaia di migliaia di persone, e pure per tutta l’Africa, aiutandoci pure quando è scoppiata l’ultima epidemia di Ebola nel 2012. Sono molto triste per tutto questo»
Arriva all’Hellas Verona, nella sessione di agosto, che se lo assicura in prestito con diritto di riscatto dal Genoa. Con i veronesi esordisce nella partita del 31 agosto contro l’Empoli, con i toscani avanti di un gol.
Minuto 68′, esce Lasagna, entra Yayah Kallon. Minuto 69, cross in mezzo di Doig, Kallon salta, si mezze in mezzo, come a rivendicare il possesso di quel pallone, che controlla con il petto. Yayah non lascia alla palla il tempo di toccare terra, non ha tempo da perdere. La accarezza con il piede mancino, palla che passa alla sinistra dell’incolpevole Vicario e che si addormenta, dopo aver pizzicato il palo, sul fondo della rete. Primo gol in Serie A e corsa sfrenata verso la panchina per esultare con il suo allenatore Gabriele Cioffi e la squadra. La gioia che Yayah si meritava di vivere.
Questo è solo l’inizio per Kallon, un ragazzo che ha sofferto tanto e che ci ha sempre messo qualcosa in più degli altri per scappare da un destino fatto di guerra e sofferenza. La sua grinta e la sua tecnica sono ora a disposizione del Verona. Senza però dimenticare gli amici di Genova. Perché l’Italia è stata il suo porto sicuro. Il gol, la gioia contro gli orrori della vita.
A cura di Andrea Finiu
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