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“Var? Con la Roma avrei fatto 20 punti in più” | VIDEO

Zeman festival dello sport Trento

Lasciare il segno non è mai facile. Gestire una squadra neanche. Zdenek Zeman però sulla panchina è sempre riuscito a guadagnarsi il rispetto degli appassionati in qualsiasi piazza. Zeman il segno lo ha lasciato ed è possibile notarlo dall’affetto che riceve in tutta Italia. Il boemo, per esempio, a Trento non ha mai allenato. Eppure lo hanno accolto al Festival dello Sport con l’entusiasmo di chi ha fatto qualcosa di importante per il calcio.

Zdenek-Zeman-Foggia
Foto Antonellis

Zdenek Zeman: “Con me la gente si divertiva, la società meno”

Affetto e coda per avere sul proprio cellulare una foto con Zdenek Zeman. Insomma, l’entrata al Festival di Trento del boemo rifletto quanto di buono fatto sulla panchina. Un autografo ad un bambino poi ad una signora. Non c’è bisogno di essere avanti con l’età per capire l’importanza dell’allenatore. E nell’intervista rilasciata al vice-direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Di Caro Zeman non ha avuto dubbi su chi si divertisse di più allo stadio durante le sue partite: “Perché la gente viene allo stadio? Per vedere i gol, non per uno 0-0 in cui non succede niente. La gente con me si divertiva, la società un po’ meno. In Italia si pensa ancora che l’importante sia non prenderle. Var? L’anno del quinto posto con la Roma avremmo potuto avere 20 punti in più. Ci possono stare gli errori arbitrali, senz’altro. Ma quando sono troppi cominci a farti delle domande”.

“Totti? Uno dei miglior fuoriclasse degli ultimi decenni”

Da Roma a Foggia, passando per Lecce e Lazio. Zdenek Zeman ha parlato anche delle sue esperienze fuori dal campo. Per esempio, quella volta in cui fece otto ore di fila per incontrare Papa Wojtyla.Volevano che saltassi la fila, io dissi di no. Feci otto ore di coda per lui. Totti? È stato uno dei tre fuoriclasse del calcio degli ultimi decenni insieme a Rivera e Baggio“. Zeman ha poi continuato. “Chi gioca a calcio deve essere sano. I farmaci devono essere prescritti ai malati. Per questo fatto pagai un prezzo notevole. Diverse società che volevano prendermi non lo fecero e fu il sistemo a suggerirglielo. Purtroppo è uno sport condizionato da tanti interessi anche fuori dal campo. Almeno fino all’anno scorso per fortuna ho potuto fare ciò che mi piace”.