Zeman: “Un futuro a Foggia? Ecco le condizioni”
In occasione di un incontro con una scuola, l’istituto professionale “Pacinotti”, Zeman è tornato a parlare della situazione legata al Foggia, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno. Diversi i temi toccati, tra i quali, naturalmente, non poteva mancare quello legato alla separazione con la squadra pugliese. Una separazione dovuta alla divergenze con Canonico. “Io e il presidente Canonico non siamo compatibili, vediamo il calcio in modo diverso. Le divergenze con l’attuale società sono insanabili. Se dovesse cambiare qualcosa nella proprietà del club sarei disponibile a trattare, a restare“, ha affermato il boemo.
Zeman: “Dispiace lasciare Foggia”
C’è del rammarico nelle parole di Zeman: “È un dispiacere che le strade si dividano, ho già spiegato le ragioni della mia decisione. Dispiace perché ero venuto qui per fare calcio in un certo modo ma anche per migliorare l’immagine di Foggia, spesso bistrattata: una realtà che ha problemi ma anche tante positività, che molte volte non emergono. Auguro il meglio al club”.
Poi un invito ai presenti a continuare a sostenere la squadra” Voi ragazzi cercate di stare il più possibile vicino alla squadra. Foggia mi ha dato tanto, non solo per i risultati sul campo, che contano fino a un certo punto nella vita: soprattutto per i rapporti umani, l’affetto che mi viene dato quotidianamente, le relazioni che si sono create. Cammino per strada e ricevo tanti attestati di stima”. E una battuta sulle foto e i selfie: “Me ne chiedono continuamente, io mi presto volentieri perché è una cosa bella e non mi costa nulla. Se mi costasse dei soldi ci penserei”. Sulle voci riguardanti il Pescara: “Non ne so niente”.
Il messaggio per i giovani
Un incontro, quello all’istituto professionale “Pacinotti”, incentrato sulla legalità e sullo sport. Messaggi importanti per i ragazzi: “Fate sport per passione e per divertirvi, non per i guadagni. Cercate di ritagliarvi tempo per stare sul campo e allenarvi, togliendo qualcosa magari ai telefonini e ai tablet. Tutti nascono giocatori: un bimbo quando calcia una pietra per strada è già in sé un calciatore, poi per diventarlo davvero servono passione, convinzione, le giuste condizioni». Un’analisi sui problemi che interessano oggi il mondo del calcio: “Purtroppo il pallone oggi è più business che sport. C’è la caccia al denaro e ai guadagni, eppure i club sono tutti indebitati, perché si spende più di ciò che si può investire. Io ho sempre fatto calcio per passione, per dare delle regole alle squadre che ho allenato, non per vincere a tutti i costi ma per crescere e inseguire degli obiettivi, soprattutto per divertire la gente. Per questo non ho voluto allenare durante la fase più critica del Covid. Il calcio perde la sua essenza senza i tifosi, il pubblico sugli spalti”.